Note integrative alla revisione 2007


 
aver com­pre­so e svi­sce­ra­to a vari li­vel­li la na­tu­ra oc­cul­ta dei 5 Riti, la­vo­ro svol­to dal 2002 al 2004, non era an­co­ra suf­fi­cien­te a fo­ca­liz­za­re la ve­ri­di­ci­tà dell’in­te­ro mes­sag­gio. Per tale sco­po si è resa ne­ces­sa­ria dopo tre anni di ma­tu­ra­zio­ne ed in cir­co­stan­ze per nul­la for­tu­i­te l’esplo­ra­zio­ne e l’as­si­mi­la­zio­ne dei con­te­nu­ti di al­tre ope­re (*, che pre­sen­ta­no po­ten­zia­li ri­spo­ste ai que­si­ti già for­mu­la­ti in pri­ma ana­li­si ri­guar­do alla pa­ter­ni­tà e fi­na­li­tà dell’in­se­gna­men­to dei 5 Riti, an­ti­ci­pan­do a loro vol­ta e con evi­den­te si­cu­rez­za l’av­ven­to di nu­o­ve con­di­zio­ni di vita sul­la Ter­ra e le stra­or­di­na­rie mo­da­li­tà di tale at­tua­zione.

A mag­gior so­ste­gno po­trei ag­giun­ge­re dal can­to mio che dei co­spi­cui mu­ta­men­ti in cor­so, sia sto­ri­ci che am­bien­ta­li, ero al cor­ren­te fin da­gli anni ’70. Alla luce di tali con­te­nu­ti il mes­sag­gio del “Bradford” ap­pa­re chia­ro, con la sua com­po­nen­te più si­gni­fi­ca­tiva pro­prio in quei pas­si meno con­si­de­ra­ti e te­nu­ti in con­to, se non evi­ta­ti dal­la mag­gior par­te dei pre­ce­den­ti com­men­ta­to­ri, qua­si si trat­tas­se di ar­go­men­ti le­zio­si e di poco peso o di su­per­flua sce­no­gra­fia ro­man­ze­sca. Mi ri­fe­ri­sco ai nu­me­ro­si ri­fe­ri­men­ti a quan­to per il ge­ne­re uma­no si sta pre­di­spo­nen­do “die­tro le quin­te” e a quan­to noi stes­si sia­mo in­vi­ta­ti a par­te­ci­pa­re per il bene co­mu­ne, al­cu­ni dei qua­li ri­sul­ta­no “cen­su­rati” o al­te­ra­ti nel­le edi­zio­ni suc­ces­si­ve alla pri­ma del 1939.
Che tut­to ciò stia per av­ve­rar­si fi­nal­men­te op­pu­re no, lo ve­ri­fi­che­remo ne­gli an­ni or­mai pros­si­mi; nel men­tre, Di­se­gno oc­cul­to a par­te, per­ma­ne la ri­pro­va dell’ef­fi­ca­cia dei Riti e del loro ap­prez­za­bi­lissimo rag­gio di azione.
Sono cer­to che en­tram­bi gli aspet­ti co­sti­tu­i­sca­no un più che va­li­do mo­ti­vo per la dif­fu­sio­ne di que­st’ope­ra, che ri­pro­po­ne e col­lo­ca la ma­te­ria sot­to nu­o­va, più vi­vi­da ed au­ten­ti­ca luce.


*) ci­ta­te in note a po­ste­rio­ri (Cap. 3 - p. 26; Cap. 8 - pag. 117), ma non in bi­blio­gra­fia, in quan­to non han­no con­tri­bu­i­to alla ba­si­la­re in­ter­pre­ta­zione.


Note aggiunte

«Ab­bia­mo a di­spo­si­zio­ne i 5 Riti, che
di­mo­stra­no di com­pie­re dei qua­si mi­ra­co­li,
con una fa­ci­li­tà sen­za pre­ce­den­ti.
Ba­sta pra­ti­car­li co­stan­te­men­te ed il loro
ef­fet­to sarà pro­gres­si­vo ed ine­sa­u­ri­bile
(Cap. 19 - pag. 262)


Non ti sarà sem­pre fa­ci­le; le bar­rie­re sono tutt'in­tor­no per di­sto­glie­re, ren­de­re pi­gri e pas­si­vi; ma ogni qual­vol­ta riu­sci­rai a su­pe­ra­re un pur mi­ni­mo fre­no, svo­glia­tez­za, apa­tia, stan­chez­za an­che psi­co­lo­gi­ca, un nu­o­vo ap­por­to an­drà ad ag­giun­ger­si alla tua re­si­sten­za ed il cu­o­re ne esul­terà;
non dell'am­piez­za del pas­so ti devi pre­oc­cu­pa­re, ma del­la sua di­re­zione.
Nei 5 Riti in­fat­ti si an­ni­da un aiu­to ef­fi­ca­cis­si­mo e co­stan­te - na­tu­ral­men­te non sem­pre ap­pa­ri­scen­te - an­che quan­do fos­se­ro pra­ti­ca­ti con mo­vi­men­ti ri­dot­ti o sim­bo­li­ci, po­i­ché agi­sco­no sul­l'a­stra­le. Per que­sto sono chia­ma­ti Riti ! par­la­no una Lin­gua sem­pre esi­stita e con­cor­re­ran­no a rie­qui­li­bra­re qua­lun­que sin­dro­me sen­za bi­so­gno di pen­sar­ci so­pra trop­po, né pri­ma, né du­ran­te né dopo.
Se sei adu­so a me­di­ta­re, fal­lo in sede se­pa­ra­ta, o po­tre­sti di di­lu­i­re la loro azio­ne spon­ta­nea, met­ten­do in moto un mec­ca­ni­smo men­ta­le ri­cor­si­vo non del tut­to be­ne­fi­co, che po­treb­be aver l'ef­fet­to di cre­ar dei nodi, po­i­ché la fun­zio­na­li­tà sot­ti­le dei Riti è trop­po al di là di qua­lun­que for­ma di ra­gio­na­men­to.
Esegui­li "al na­tu­ra­le" e ba­sta, sen­za me­ra­vi­gliarti di nul­la, né cer­ca­r di rin­gio­va­ni­re da­van­ti allo spec­chio.
Deve ve­ni­re spon­ta­neo ed es­se­r fa­ci­le… come cam­mi­na­re; di que­sto è fat­ta l'il­lu­mi­na­zione.
Mi­glior og­get­to di me­di­ta­zio­ne - per quan­to at­tie­ne ai 5 Riti - sarà co­mun­que il ma­tu­ra­re la com­pren­sio­ne di quel che si sta fa­cen­do; e non è per­cor­so breve.
Na­tu­ral­men­te oc­cor­re tem­po e co­stan­za, po­i­ché ciò che si co­stru­i­sce in fret­ta è di bre­ve du­ra­ta, men­tre l'at­ten­der­si dei ri­sul­ta­ti, in ogni cam­po, spes­so non fa che al­lon­ta­nar­li, so­spin­gen­doli ver­so l'o­riz­zon­te. È un po' co­me mu­o­ver­si nel­l'ac­qua: se cer­chi di rin­cor­re­re un'on­da non la rag­giun­gi mai co­me vor­re­sti, ma pro­vo­chi al­tre on­de, che in­ter­fe­ri­sco­no…

Abbi chia­ro se pre­fe­ri­sci vin­ce­re a bre­ve o lun­go ter­mi­ne; il det­to: 'un uovo oggi o la gal­li­na do­ma­ni' ren­de bene l'idea.

Un con­si­glio importante per chi pra­ti­ca già i Riti è di pre­sta­re una rin­no­va­ta at­ten­zio­ne alla re­spi­ra­zio­ne: al­cu­ne mo­da­li­tà in­tro­dot­te nel­le re­cen­ti edi­zio­ni (del tut­to as­sen­ti nel­l'ori­gi­na­le) sono ar­bi­tra­rie ed a mio av­vi­so per nien­te cor­ret­te; nel trat­ta­to è am­pia­men­te di­mo­stra­to, da va­ri pun­ti di vi­sta.


«L'impossibile lo fac­cia­mo su­bi­to;
 per i mi­ra­co­li oc­cor­re più tem­po
»

Una sim­pa­ti­ca scrit­ta che un tem­po ral­le­gra­va più di un ne­go­zio, tra quel­li che of­fri­va­no i pro­pri ser­vi­zi alla cli­en­te­la!
Forse è il caso di op­ta­re per un “cre­de­re nel­l'im­pos­si­bi­le”, ma po­treb­be an­che trat­tar­si di con­si­de­ra­re la vita su que­sto Pia­ne­ta con mag­gio­re con­sa­pe­vo­lez­za, o se vo­glia­mo mi­nor con­di­zio­na­men­to.
Sap­pia­mo che si in­vec­chia sot­to la pres­sio­ne di fat­to­ri am­bien­ta­li, di sol­le­ci­ta­zio­ni ne­ga­ti­ve e co­at­te, di con­ti­nue ag­gres­sio­ni che in­du­co­no un de­adimento pro­gres­si­vo dei no­stri tes­su­ti e le cir­co­stan­ze ci abi­tua­no a cre­de­re al­l'ine­lut­ta­bi­li­tà di tale pro­ces­so e per­tan­to a su­birlo.
Non ci è sta­to in­se­gna­to pri­ma d'ora come di­fen­der­si ve­ra­men­te - se non con pal­liativi di su­per­fi­cie, fi­gli di leg­gi del­lo stes­so mer­ca­to che pro­vo­ca i dan­ni - e tan­to­me­no come li­be­rar­se­ne fin dal più pro­fon­do del no­stro in­ti­mo, fa­cen­do sì che il de­gra­do ceda il po­sto al de­cor­so più na­tu­ra­le pos­si­bi­le; ep­pu­re sono sva­ria­te le fon­ti che con­fer­mano che la du­ra­ta vir­tua­le del­la vita uma­na, rap­por­ta­ta ad es. a quel­la di spe­cie ani­ma­li, è di gran lun­ga più am­pia di quel­la ef­fet­tiva. Ab­bia­mo già as­si­sti­to ad un al­lun­ga­men­to del­la vita me­dia nell'ul­ti­mo se­co­lo, cosa a mio av­vi­so mas­si­ma­men­te con­se­guen­te a nu­o­vi mez­zi di igie­ne - la­scia­mo da par­te la me­di­ci­na - e so­prat­tut­to all'edi­lizia.
Ed ecco che, al mo­men­to in cui que­sto ef­fet­to sta per es­se­re ro­ve­scia­to dal nu­o­vo in­qui­na­men­to at­mo­sfe­ri­co ed ali­men­ta­re e ner­vi­no, ne vie­ne of­fer­to lo stru­men­to ide­a­le, il cui in­ter­ven­to è più a mon­te di qual­sia­si agen­te chi­mi­co e di­rei an­che ma­te­ria­le; il più sin­te­ti­co, fa­ci­le e ra­pi­do da ap­pli­care.
La mia espe­rien­za per­so­na­le può solo con­fer­marlo, a di­spet­to di even­ti de­va­stan­ti nel­la mia sfe­ra esi­sten­zia­le! dopo anni di pra­ti­ca mi sen­to come un ra­gaz­zo, o da tem­po non sta­rei più qua a scri­ve­re te­sti e pro­ce­du­re di pro­gram­ma­zio­ne avan­za­ta, con un rit­mo nor­mal­men­te im­pen­sa­bile.

Dun­que, per­ché la­sciar­si an­da­re? sono cer­to che al­lor­quan­do avre­mo ap­pre­so qual­co­sa di più su noi stes­si, ne co­no­sce­re­mo an­che la Fonte.
In ogni caso, si tratta con ogni probabilitą del solo mezzo pratico e alla portata di tutti per far ruotare i chakra nel giusto verso ; ben al­tro che sem­pli­ce, ri­ma­sti­ca­ta te­o­ria che riem­pie tan­te, tan­te pa­gi­ne, ma la­scia chi l'as­sor­be pił o meno ugua­le a pri­ma.


Una pagina di osservazioni po­stu­me, po­ten­zial­men­te orien­ta­ta al di­bat­ti­to, ma anche ricca di preziosi link alla volta della scienza ± occulta è aper­ta pres­so:
i5tibetani.altervista.org
Ul­te­rio­ri note avran­no se­gui­to se le co­mu­ni­ca­zio­ni dei let­to­ri lo ren­de­ran­no op­por­tuno.

Grazie per avermi se­gui­to fin qua.


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